Nel lavoro e nella produzione di generi alimentari umanamente si tratta sempre anche di un’automanifestazione
J. Moltman
Esperienze di counselling in agricoltura sociale
Con questo post, che è solo una premessa, inizio un racconto a puntate, attraverso una serie di articoli, di quanto ho sperimentato ed osservato nel mio lavoro di counselling nell’ambito dell’agricoltura sociale e rappresentano un punto di partenza per ulteriori sviluppi e riflessioni.
La scelta di pubblicare i contenuti che leggerete (se avrete voglia…) nasce dalla volontà di condividere parte del mio lavoro nell’ambito dell’agricoltura sociale, iniziato nel 2008. Si tratta di una attività che svolgo come counsellor, nella quale gestisco i processi di inserimento di persone in difficoltà in percorsi lavorativi in agricoltura, ed in particolare nel progetto Orti etici (www.ortietici.it).
Il contesto nel quale si muovo questi articoli impone anche una breve considerazione sul rapporto uomo – terra, da sempre caratterizzato da una reciproca dipendenza, come è suggerito anche dalla filologia. Lo stretto legame tra humus (suolo, terra) e homo (il terrestre) sembrano testimoniare una precisa esperienza umana che ha maturato la consapevolezza di non poter pensare o comprendere l’uno senza l’altro.
La storia e l’attualità ci ricordano come questo legame, caratterizzato da continue crisi e reciproche sopraffazioni, sia in un equilibrio perennemente instabile e sempre da riconquistare. E’ dal suolo che l’uomo trae alimento e risorse per la propria vita ed allo stesso tempo è proprio il suolo a fare le spese di uno sfruttamento irresponsabile e dannoso ad opera dell’uomo. Sfruttamento le cui conseguenze si riversano drammaticamente sull’uomo stesso, anche e a volte soprattutto, attraverso il consumo di cibo.
Educare ad un rapporto diverso con la terra, quindi, introduce nuove chiavi interpretative della realtà, del rapporto con l’ambiente, dell’uso delle risorse e, non ultimo di se stessi.
L’ambivalenza di questa stretta correlazione tra uomo e suolo suggerisce inoltre un elemento caratteristico dell’essere umano, ovvero la dimensione di fragilità della quale spesso si fa esperienza e con la quale ogni percorso di crescita deve fare i conti nell’ottica dell’integrazione, sia sociale che psicologica.
I contenuti degli articoli sono stati pubblicati, in forma estesa, all’interno del libro Orti E.T.I.C.I. , la valutazione di un’esperienza collaborativa tra enti pubblici, mondo agricolo e della cooperazione sociale, a cura di Francesco di Iacovo, Roberta Moruzzo.