Il Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus ), elegante ed inconfondibile limicolo presente in Italia nel periodo estivo per la nidificazione, è una delle prime specie che ho imparato ad amare. Le storie dei primi avvistamenti, che hanno segnato la nascita dell’Oasi di Orbetello, e l’iconografia di Hardy Reichelt, i cui Cavalieri hanno fatto da sfondo a tutte le pareti di scuole ed uffici della Maremma, hanno accompagnato buona parte della mia infanzia e la mia prima adolescenza. Nel mio immaginario, ed anche nella realtà di allora, si trattava di una specie da noi rara che ci onorava della sua presenza dando importanza e valore alla nostra terra.
Guardare i Cavalieri è per me ritornare ai primi passi alla scoperta di un ambiente naturale nel quale ho avuto la fortuna di nascere e crescere. Eppure per molti anni i Cavalieri erano di fatto solo puntini lontani, dai quali si vedevano partire due zampe lunghe lunghe… insomma, i Cavalieri erano qualcosa che si sapeva presente, che tutti conoscevano… ma che pochi in realtà avevano la fortuna di poter osservare ad una distanza accettabile! Solo dopo tanto tempo sono diventati vicini, ed in qualche maniera “comuni”… ed oggi mi stupisco della facilità con cui, in alcune zone del nostro territorio, si possono osservare e fotografare. Ma ancor di più mi stupisce il fatto che per alcuni siano diventati una presenza scontata, abituale… “oggi non c’è niente, solo i soliti Cavalieri!”.
Le foto che seguono sono state riprese nella piana Piana Fiorentina (oggi minacciata dai faraonici progetti di espansione dell’aeroporto di Firenze) e raccontano le fasi del complesso e scenografico rituale di accoppiamento che molte volte ho avuto il privilegio di poter osservare.